Penso che ci siano diverse modalità di esplorazione e indagine del nostro stato corporeo.
La maggior parte delle volte che ascoltiamo il nostro corpo è perchè questo, da bravo sistema intelligente, ci manda dei segnali e quando arriviamo a capire che questa è un’enorme opportunità, cominciamo ad ascoltare e ad esplorare questa richiesta.
Occorre però porre attenzione a come ci si pone in questa osservazione.
Indubbiamente lo scopo principale è quello di risolvere il dolore che sentiamo, ma secondo il mio parere, se l’osservazione non è curiosa ma “patologica”, giudichiamo quello che abbiamo, classificandolo come qualcosa che non dovremmo avere o non dovremmo provare; tutto questo crea distacco, differenziazione, separazione.
Ma non ci può essere separazione perché quello che abbiamo, l’abbiamo noi, quello che proviamo, lo proviamo noi.
E quindi l’osservazione curiosa è quell’osservazione che non separa ma che invece include, ed è solamente da questa osservazione che è possibile spostarsi verso l’integrazione e la guarigione,