Fermare il giudizio

via farini

Dalla strada osservo e non vedo nessuno,
entro il locale,
è vuoto.
Ordino qualcosa,
la commessa mi allunga da dietro al bancone la mia ordinazione.
Mi siedo scegliendo il tavolo davanti la vetrina,
guardo fuori.
Il tempo è peggiorato e la pioggia scende copiosa,
la gente quella più fortunata si copre con l’ombrello,
altri presi alla sprovvista camminano velocemente
proteggendosi alla meglio.
Osservo e mi godo questo momento,
non c’è altro da fare.
(Dharma)

Ecco, non c’è altro da fare; quante volte trovandomi in giro per lavoro o per svago mi sono fermato dopo aver cercato anche per ore il luogo migliore, il locale consigliato, quello più caratteristico, quello più strano…
E una volta trovato cosa si fa? Ci si accomoda e si ordina, e con quell’atto cominciano a partire le considerazioni su cosa prendere, su quale sarà il piatto migliore, quello più indicato, quello più figo…

E poi, una volta arrivato quel piatto tanto bramato si continua a rimuginare, a far lavorare quel generatore di caos, e si comincia a dire: “si ma il cameriere poteva … si ma il piatto manca di qualcosa …”, e via cosi trovando alla fine sempre qualcosa che non va.

Eppure sono li in buona compagnia, in una situazione piacevole, in un momento che è anche di stacco, perché semplicemente non lo si può godere.

Che sia il miglio posto al mondo o il più insignificante, siamo qui; perché non fermiamo un attimo quel generatore di pensieri e ci abbandoniamo al semplice esercizio di osservare e fare esperienza di quell’attimo?

Semplicemente osservare, abbandonando il giudizio.

Un po’ come in un quadro di Renoir: goderci la gente che passa, sentire l’aria che accarezza la pelle, il profumo che questa ci porta, e fare l’esperienza del momento presente.
Non c’è altro da fare.

I pensieri di Dharma

DOve SIamo

Via Quintavalla 20
43044 Collecchio (PR)

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